L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello

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Il poeta della medicina contemporanea, ecco chi era Oliver Sacks. Era un neurologo, nato negli anni Trenta e morto lo scorso anno – ma era anche un eccellente narratore. Era un medico, certamente, ma non si limità a compilare le cartelle cliniche in modo freddo e impersonale – al contrario, usò le storie dei suoi pazienti per parlare delle loro patologie, per evidenziare le sfumature dei diversi casi e per permettere un confronto con altri pazienti.

Insomma, oggi diremmo che Sacks scriveva case study ispirandosi ai suoi pazienti, ma per l’epoca fu una rivoluzione – l’unica rivoluzione possibile per descrivere le mille sfaccettatutre della nostra mente e dei suoi guai. A volte non bastano numeri e dati, a volte serve un racconto dettagliato per avere il quadro della situazione.

Per tutto questo, naturalmente, è un libro consigliatissimo a aspiranti medici, psicologi, psichiatri e compagnia – ma allo stesso tempo la narrazione fluida e le spiegazioni esaustive rendono questo libro accessibile anche a chi, del cervello, ne sa poco nulla: certamente è un’ottima occasione per affacciarsi all’interno della nostra scatola cranica.

I vari casi clinici sono divisi in quattro gruppi all’interno del libro: le perdite, ovvero i deficit; gli eccessi; i trasporti, ovvero le patologie legate all’alterazione della percezione; e il mondo dei semplici, delle persone chiuse in un mondo tutto loro e difficilmente in comunicazione con il mondo dei “normali” (sempre che ci sia qualcuno normale, in questo mondo). Tra tutti, il caso che resta più in mente è sicuramente quello del signor P., l’uomo a cui si riferisce il titolo del romanzo: un uomo affetto da una lesione cerebrale tale da renderlo agnosico, incapace di riconoscere volti e oggetti – un uomo incapace di riconoscere un guanto, ma capacissimo di infilarselo all’occorrenza.

Oh, se poi vi piacciono anche i tizi zoppicanti, allora vi piacerà anche il caso della Malattia di Cupido – a cui si ispira una delle prime puntate di Dr. House… 😉


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