Il piacere della lettura

2017-09-07 08.14.58 (1)

Il momento è giunto: posso dire di aver letto Proust e ricevere quegli sguardi a metà tra il rispettoso e l’atterrito, quegli sguardi che sembrano dire “Sì, anche io, un giorno, forse”. Il fatto che io abbia letto un saggio di sessanta pagine mi sembra irrilevante, in fondo perché ci sentiamo sempre un po’ in colpa a ammettere che La Recherche “Sì, anche io, un giorno, forse”.

Il piacere della lettura è un saggio che Proust scrive come introduzione alla sua traduzione di Sesame and Lilies di John Ruskin. Il piacere della lettura ci riporta all’infanzia, trasformando il libro in un compagno fedele in grado di strapparci dalla noia o dalla routine familiare. Il piacere della lettura ci mostra un bambino solitario immerso in un libro, e forse un po’ invidiamo la possibilità di dedicare lunghe ore completamente alla lettura.

Nella lettura, l’amicizia è subito riportata alla sua primitiva purezza. Verso i libri, nessuna cortesia. Con questo genere di amici, se passiamo la serata insieme, è perché ne abbiamo davvero voglia. Sul serio, il più delle volte, li lasciamo solo a malincuore.

È un piacere, leggere una delle più grandi penne della letteratura parlare di una cosa che ci sta così a cuore, parlarne come se i libri fossero persone vere, rapporti reali. Come anche in Calvino, è affascinante la venerazione mista a confidenza con cui Proust parla della lettura. Senza contare lo stile incalzante, avvolgente, capacedi reggere per paragrafi più lunghi di una pagina senza mai perdere il colpo.

Non è così per il letterato. Il quale legge per leggere, per tenere a mente ciò che ha letto. Per lui il libro non è l’angelo che spicca il volo non appena ha dischiuso la porta del giardino celeste, ma un idolo immobile, da adorare in sé, e che al posto d ricevere una dignità autentica dai pensieri che fa nascere, trasmette una dignità fittizai a tutto ciò che lo circonda.

Insomma: il libro mi ha affascinato, e ha riacceso in me la voglia di affrontare il grande scoglio della Recherche. Chissà, forse, un giorno…


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